L'emicrania cronica è una condizione debilitante che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, riducendo drasticamente la qualità della vita (QOL).
Chi ne soffre sperimenta episodi dolorosi frequenti e intensi, spesso associati a sintomi come nausea, sensibilità alla luce e al suono, e una generale difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane.
Differenze tra cefalea ed emicrania
Il termine "cefalea" indica genericamente il così detto: "mal di testa", comprendendo, diverse tipologie di dolore alla testa (cefalea muscolo tensiva, a grappolo..).
L'emicrania è, invece, una forma specifica di cefalea, caratterizzata da dolore pulsante, spesso unilaterale, di intensità medio-forte, che può durare da 4 a 72 ore.
È frequentemente accompagnata da sintomi come nausea, vomito, fotofobia (sensibilità alla luce) e fonofobia (sensibilità ai suoni)
Al contrario, altre forme di cefalea, come la cefalea tensiva, presentano dolore bilaterale di intensità lieve o moderata, senza i sintomi associati tipici dell'emicrania

Squilibri ormonali implicati nell'emicrania
Le fluttuazioni ormonali, in particolare degli estrogeni, svolgono un ruolo significativo nell'emicrania.
Molte donne riferiscono un aumento degli attacchi emicranici in corrispondenza del ciclo mestruale, periodo in cui i livelli di estrogeni diminuiscono.
Anche condizioni come la sindrome dell'ovaio policistico (PCOS), che comportano squilibri ormonali, sono state associate a una maggiore frequenza di emicrania.
Cibi scatenanti l'emicrania
Alcuni alimenti e bevande possono innescare attacchi emicranici in individui predisposti. Tra i principali "trigger" alimentari si annoverano:
Cioccolato
Formaggi stagionati
Alcolici, in particolare vino rosso
Caffeina (sia l'eccesso che l'astinenza)
Alimenti contenenti nitrati, come insaccati
Agrumi
Prodotti da forno con lievito
È importante notare che i trigger alimentari possono variare da persona a persona, rendendo utile tenere un diario alimentare per identificare le proprie sensibilità.
Abuso farmacologico e cefalea da rimbalzo
Molti pazienti finiscono per abusare dei farmaci antidolorifici nella speranza di ottenere sollievo, ma questo approccio può rivelarsi controproducente.
L'uso eccessivo di farmaci può indurre una condizione nota come cefalea da abuso di farmaci, che peggiora il problema e intrappola il paziente in un circolo vizioso difficile da interrompere.
Approcci terapeutici integrati
Esistono strategie terapeutiche integrate che possono aiutare a gestire l'emicrania cronica:
Integrazione specifica: Farmaci omeopatici specifici ed integratori possono rappresentare validissime opzioni terapeutiche: esistono più di 50 farmaci omeopatici per trattare emicrania e cefalea.
Gestione dello stress: Pratiche come la meditazione e lo yoga possono ridurre la frequenza e l'intensità degli attacchi.
Alimentazione: Una dieta equilibrata e personalizzata, anti-infiammatoria, che eviti i trigger alimentari identificati, può contribuire alla prevenzione degli attacchi.
Biorisonanza: Tra le terapie consigliate la biorisonanza si sta rivelando un valido supporto. Questa tecnica aiuta a individuare gli squilibri energetici e infiammatori presenti nell’organismo, permettendo un approccio mirato e naturale. Attraverso l’uso di specifiche frequenze elettromagnetiche, la Biorisonanza favorisce il riequilibrio del corpo, contribuendo a ridurre il dolore e la frequenza degli episodi emicranici.
L’emicrania cronica non deve essere una condanna.
Con un approccio integrato e un’informazione adeguata, è possibile ridurre la dipendenza dai farmaci e migliorare significativamente il benessere.
"Se soffri di emicrania, esplorare alternative terapeutiche potrebbe essere la chiave per ritrovare la libertà dal dolore."
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