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Disbiosi intestinale: conoscerla per prevenirla e trattarla.

Aggiornamento: 21 gen

Negli ultimi anni l'attenzione verso i disturbi intestinali è notevolmente aumentata, sia da parte dalla comunità scientifica, che dedica sempre più spazio, con articoli e convegni a queto tema, sia da parte delle persone che ne soffrono.


La ricerca scientifica ha infatti compiuto importanti scoperte riguardanti, perlopiù, il ruolo dei batteri che compongono la così detta:"flora batterica intestinale" e che sono implicati in una varietà di funzioni differenti ed importantissime per il corretto funzionamento non solo dell'apparato gastro-enterico stesso, ma dell'organismo in toto.

In questo articolo faremo luce su alcuni semplici concetti, la cui comprensione rende molto chiaro il meccanismo di funzionamento dell'intestino e dei suoi profondi legami con gli altri organi, cervello in primis.


Innanzitutto è importante definire correttamente i termini di microbiota e microbioma spesso usati, impropriamente, come sinonimi. 

Microbiota si riferisce, infatti, ad una popolazione di microrganismi che colonizza un determinato luogo; il termine microbioma, invece, indica la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota, cioè i geni che quest’ultimo è in grado di esprimere.


Un altro termine da conoscere quando si parla di salute intestinale è quello di "disbiosi".

Si definisce eubiosi intestinale il corretto equilibrio della composizione microbiotica e microbiomica dell'intestino mentre, al contrario, la disbiosi intestinale si verifica quando vi è un’alterazione di questo equilibrio con eccessiva proliferazione di batteri, tendenzialmente patogeni, che determinano alterazioni delle normali funzioni fisiologiche.

Per mantenere o ritrovare un corretto stato di benessere, è dunque necessario che l’intestino sia sempre, o torni, all'eubiosi. 

Per garantire lo stato di eubiosi, è necessario integrare attraverso la dieta o la supplementazione, sia i substrati che permettono la crescita dei batteri "buoni", sia ceppi o popolazioni di tali batteri.

Questi integratori prendono il nome di pre-biotici, quando forniscono il nutrimento alla flora batterica intestinale esistente (ad esempio cibi fermentati o ricchi di frutto-oligosaccaridi a corta catena, o FOS), pro-biotici, quando sono i ceppi vitali di batteri favorenti le corrette funzioni intestinali (lactobacilli, enterococch, bifidobatteri), post-biotici, quando sono i metaboliti prodotti dai tali batteri, a volte i veri protagonisti delle svariate funzioni benefiche attuate nei confronti dell'intestino e di tutto l'organismo.

Questa integrazione, orientata nella scelta degli svariati prodotti presenti oggi in commercio, dalla sintomatologia presentata dal paziente e, qualora necessario, dall'esecuzione di test specifici (www.mymicrobiota.it) risulta molto efficace, sia nella fase di sintomatologia acuta (ad esempio in caso di diarrea, flatulenza, gonfiore addominale) sia in corso di terapie antibiotiche, sia nel ripristino immediato dell’eubiosi (per esempio in caso di gonfiore o meteorismo occasionali), e sia come ciclo regolare periodico di mantenimento eubiotico.



In molti casi le sintomatologie croniche sono il risultato di una proliferazione batterica indesiderata nell’intestino tenue, dove la presenza di flora batterica è naturalmente molto ridotta (perché non necessaria) pertanto il terreno risulta fertile alla proliferazione di batteri non residenti: in alcuni casi, tale condizione può cronicizzare in un disturbo più complesso, come la SIBO (Sindrome da Iper-proliferazione Batterica).

La disbiosi dell’intestino tenue comporta, inoltre, il malassorbimento dei nutrienti essenziali: se gli aminoacidi essenziali e i micronutrienti (vitamine e minerali) presenti nel cibo che consumiamo non vengono assorbiti correttamente, si può verificare una riduzione della sintesi proteica, della capacità di differenziazione cellulare e questo porta ad ostacolare il buon funzionamento del sistema immunitario.

Un ruolo fondamentale è quello della Vitamina D, come evidenziato nell'articolo:“The potential role of vitamin D supplementation as a gut microbiota modifier in healthy individuals”, pubblicato nel dicembre 2020 su Scientific Reports e coordinato dal dottor Parul Singh, della Sidra Medicine di Doha, in Qatar.

Anche la Vitamina D, quindi, influenza la corretta eubiosi intestinale, tanto quanto la disbiosi influisce negativamente sul suo assorbimento; è opportuno considerare che il raggiungimento (o quantomeno l’incremento) dei fisiologici livelli di Vitamina D è fortemente interconnesso con la condizione di eubiosi (o disbiosi) di partenza del microbiota intestinale.

Per riconoscere e risolvere le problematiche legate alla disbiosi intestinale è necessario rivolgersi ad una medicina integrata, che utilizzi metodi di diagnosi e trattamento all'avanguardia e rispettosi dell'organismo nel suo insieme.


La Visita Medica associata alla Consulenza Nutrizionale offerta da Fenice Studio Medico offre l'opportunità di evidenziare e trattare, attraverso la corretta integrazione e un programma alimentare specifico, casi di disbiosi di diversa gravità.

A completamento può essere effettuata un'analisi accurata del microbiota, attraverso l'esecuzione di un test fecale specifico.




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